Alzi la mano chi non ha mai guardato con un certo disgusto un bagno pubblico, non si è trattenuta le proprie necessità per ore pur di non andare in quel luogo infestato da germi e chi, in stato di necessità, non ha cercato posizioni da acrobata pur di non essere minimamente sfiorata da quelle superfici pestilenziali. Ovviamente, mi rivolgo soprattutto al genere femminile, quello maschile, si sa, ha agevolazioni tutte sue. Nel caso di stato di gravidanza la questione diviene veramente drammatica. Con il passare delle settimane la pancia cresce, l’utero si ingrandisce e il nostro frugoletto comincia a pesare sulla vescica che, dopo anni di onorato servizio in cui trattenersi non era un problema, ci abbandona crudelmente e rende necessario l’uso del bagno pubblico, qualora si voglia mantenere una vita attiva e sociale. Quindi, in gravidanza, si inizierà a conoscere bene ogni bagno di ogni singolo centro commerciale, ristorante e attività di qualunque genere.
In una situazione normale, le più coraggiose tentano di mantenere una posizione sollevata e, con la rapidità di un fulmine, entrano ed escono nemmeno fossero Flash. Quando, però, l’emergenza “plin plin” colpisce una gravida ansiosa che, oltretutto, ha la pipì timida ed è pure schifiltosa, beh, allora lì iniziano i problemi. Ricadendo, ovviamente, in questa triplice categoria, per me uscire ed avere un emergenza così, ormai onnipresente, date le quantità spasmodiche di acqua introdotta nell’organismo, a causa di una calura estiva senza ritegno, è una bella gatta da pelare.
La prima volta che mi è accaduto, qualche settimana fa, mi sono trovata a combattere con un bagno di un centro commerciale, per carità, all’apparenza pulito, ma i miei primi pensieri sono stati: che malattie mi posso prendere qui? Vorrei evitare ma non posso, ora come posso fare per non farmi scoppiare la vescica? Risultato: circa dieci tentativi, alzati e abbassati, acqua del rubinetto aperta, rumorini con la bocca, prova acrobatica e ottenimento del risultato solo dopo circa 20 minuti. Ma proprio in quell’istante ho capito, da pazza maniaca, schizzata e paranoide quale sono, che ciò di cui necessitavo era: il KIT di SOPRAVVIVENZA PER IL BAGNO PUBBLICO. Tutti lo dovremmo avere…non cambierà più di tanto il mondo, ma almeno un po’ di igiene ci renderebbe la vita più semplice.
Ma entriamo nel dettaglio…
Cos’è per una persona normale: una follia nemmeno da ipotizzare.
Cos’è per una gravidANSIA: un kit di salvataggio per le emergenze più incontrollabili.
Da cosa è composto: guanti in lattice, salviettine igienizzanti per la pulizia rapida, gel igienizzante mani, fazzoletti di carta e, in modalità variabile, copri-seduta wc usa e getta.
Come si usa: la gravida ansiosa sa che affrontare il bagno pubblico è una prova di coraggio quindi, una volta appurato che non ci siano residui solidi o cose irripetibili nel water, si chiude la porta alle sue spalle, si lega i capelli, tira fuori il KIT e affronta i suoi demoni. Con una precisione chirurgica la donna in gravidANSIA (cioè ancora una volta io) infila i guanti in lattice, estrae uno o più salviettine igienizzanti e inizia a passarle per bene sulla tavoletta e su ogni superficie che pensa le potrà essere utile o dovrà toccare (ovviamente cambiando salviettina ogni volta). Fatto questo, estrae dei fazzolettini di carta per asciugare la superficie da utilizzare, poi, se la carta igienica è presente provvede a sistemarla su tutta l’estensione della tavoletta, altrimenti utilizza i fazzolettini di carta portati e pronti anche a quest’uso oppure (ma qui siamo a livelli top del top a cui non sono ancora arrivata) usa i copri-water usa e getta. Dopo di ché, getta tutto nella pattumiera, si igienizza la mani con il gel e finalmente può liberarsi, con una certa serenità di non contrarre qualcosa, e tornare a respirare senza dover più trattenere il fiato, almeno fino alla prossima emergenza toilette.
Dunque care le mie gravidANSIE, viva il KIT di SOPRAVVIVENZA PER IL BAGNO PUBBLICO!!!