Come promesso, eccomi qua a parlarvi del colorato, psichedelico, e molto invadente, mondo delle fidelity card. Mie care gravide (sempre ansiose e non) anche se l’argomento non riguarda di certo solo chi si trova in gravidanza, sentivo la necessità di affrontarlo qui, prima di contattare uno psicologo o entrare a far parte dei fedeli-cardisti anonimi. Ma come mai la gravida ansiosa è tanto preoccupata per questo fenomeno, crescente e dilagante, che miete tra le sue vittime poveri portafogli inermi, a cui scoppiano le zip per il troppo ripieno in plastica, fenomeno adottato ormai anche dal bar sotto casa gestito dal Sig. Franco, plurisettantenne che non conosce internet (ma il registratore di cassa molto bene)? Cosa c’entra con lei e cosa mai potrà suscitare la sua ansia?

Cerco di essere breve e coincisa nello spiegarlo.
No, non voglio dire quando nasce mio figlio. E no, non mi importa se poi mi fate lo sconto in ritardo. Fine.
Troppo breve?
Cerco di spiegarmi meglio. Avete presente i fanta-modulini, che le commesse in cassa ti propinano per ricevere la tesserina su cui accumulare punti (che o non portano quasi mai a nulla o tu non sei una “mangia pane e shopping” e non fai mai in tempo a raggiungere la quota per lo sconto)? Quelli su cui devi scrivere un po’ la storia della tua vita (manca solo il gruppo sanguigno ed è fatta…altro che privacy) per ricevere l’inutile oggetto in plastica che, puntualmente, quando ti serve non trovi, che nasconde le carte di credito e che, davanti al carabiniere di turno che ti ha fermato per il controllo dell’auto, con le mani umide di sudore (è inutile dire che quando siamo in quella situazione non ci sentiamo colpevoli a prescindere!) ti impedisce di prendere agevolmente la patente? Si…ok…ora astraetevi dalla vostra vita pre-gravidanza e focalizzatevi solo sugli ultimi giri di acquisti prenatali fatti.
Quante volte, in un pomeriggio, entrando in un nuovo negozio per bambini, vi siete sentite chiedere, nel compilare il suddetto modulo, la data presunta del parto? Continua a leggere “Ma dove vai se la fidelity card non ce l’hai?” →