La gravidanza porta con sé sbalzi di umore che nemmeno una giornata bipolare di primavera. Se poi si rivela essere una gravidANSIA, l’interazione con il genere umano, e con alcune categorie in particolare, potrebbe diventare complicata. Sarà capitata a tutte quella giornata un po’ storta in cui vedere gente frenetica che ti passa a destra e a sinistra, sfrecciando come un road-runner nel deserto americano, fa solo che aumentare il nervosismo. La città non è desertica, però, e a volte lo spazio è, alquanto, ridotto per manovre fisiche repentine e poco calibrate, ergo…furia omicida a duemila. Se poi è la gravida ansiosa a dover fare i conti con la gente che vive in un mondo tutto suo, beh, ormai lo sapete come finisce.
Prendete il caso in cui uno debba andare a fare la spesa, fare un giro per negozi o semplicemente una passeggiata in una strada più o meno affollata di persone. Bene, io cerco sempre di calcolare il mio spazio vitale per non andare ad intaccare quello altrui, ma certi tipi non si regolano assolutamente. Mettete la condizione che voi state guardando una vetrina, o uno stand in un negozio…c’è sempre, e ripeto sempre, la tizia che prende la ricorsa e, dall’altro capo della strada o della superficie espositiva, punta la tua stessa area di azione e in un secondo ti sta addosso come un cane da tartufi. Te la ritrovi spalla a spalla, o addirittura dietro, che ti schiaccia contro lo scaffale per prendere qualcosa che, dopo che tu ti sarai tolta, perderà di interessa. Bene. Di mio cerco di essere tollerante, mi scanso, magari ripasso dopo che la gentile signora è andata “fuor dalle balls” e cerco di mantenere una respirazione da meditazione zen. Ma ora che sono in gravidANSIA la prima cosa che mi viene da fare è coprirmi la pancia con le mani, per evitare bruschi contatti con gomiti, mani volanti che sembrano non avere un padrone e…borse giganti senza controllo. Si, è vero, le abbiamo tutte, ma c’è chi, come la sottoscritta e molte molte altre donne, tiene la borsa in modo tale che non arrivi prima lei del resto del corpo. Comunque, probabilmente è uno stato portato dalla gravidanza, visto che l’ho riscontrato in molte amiche, ma lo stare in luoghi molto affollati e chiusi, può generare un filino di ansia che prima, da brave shopaholic, non avevamo. Quindi le lunghe maratone all’insegna dell’acquisto perfetto, sono terminate, almeno momentaneamente. Ho riscontrato, inoltre, che su di me, tutto questo ha un potere che riesce a trasformarmi da gravida ansiosa a gravida rabbiosa. Lo so, lo so, che al bambino la rabbia fa più male dell’ansia (e per questo mi ansio)…il dramma è che, poi, non riesco ad esternalizzare questo mia voglia di manifestare la mia intolleranza verso alcuni soggetti del genere umano e, per alcuni minuti, ho il sangue che mi ribolle.
Per esempio, tu sei lì tranquilla, in un reparto del supermarket, a scegliere quali biscotti secchi siano meglio per la tua colazione, quelli più sani, senza uovo, burro, olio di palma, grassi idrogenati, conservati e così via (praticamente vado alla ricerca dell’aria condensata) e ad un certo punto ti si affianca una signora che prende e abbandona il carrello per gironzolare tra gli scaffali. Ok, pensi, ora finisco e mi sposto, ma non fai in tempo nemmeno a ipotizzarlo che ne arriva un’altra con sempre il suo fido carrello al seguito, pieno stracolmo e con la roba che spunta da ogni parte, che cerca di passare per forza tra te e l’ammasso di ferraglia lasciato incustodito. Lì comincia il primo tremore all’occhio. Poco più in là, mentre sei nel reparto “freschi”, dove gli scaffali si restringono un po’, questa volta a scegliere uno yogurt che sia pastorizzato, non schifosamente acido ma nemmeno troppo calorico, ecco che una dolce bambina decide di prenderti come boa da terra per la sua corsa ad ostacoli alimentari e per poco non ti da un cazzotto in pancia con la sua piccola manina, per segnare il raggiungimento del primo traguardo. Sono in gravidanza, adoro i bambini ma non quando si mettono tra e me e la sicurezza della mia “panciotta” (troppo tragica???). Secondo tremolio all’occhio.
In vista delle casse, quando si inizia ad intravvedere la salvezza e la via d’uscita da quell’inferno di ghiaccio (l’aria condizionata è ferma su Groenlandia), ecco che l’occhio, oramai, perde il controllo. Tu sei lì, inizi a sentire la fatica della concentrazione, forse anche qualche piccola contrazione, ma sei lì, ce l’hai quasi fatta e il cuore sembra alleggerirsi…ma è lì che succede…proprio a fianco a te una signora decide di cadere con il sedere per terra. Ovviamente, da che, un istante prima, c’era intorno a te un ingorgo di carrelli, che si incrociavano e si scontravano con in un parco giochi, ora, nel momento del bisogno, le balle di fieno rotolano sul pavimento industriale. Tu guardi la signora, la signora (che ora assomiglia più ad una tartaruga capovolta) ti guarda e ti supplica di tirarla su. Fortuna vuole che un baldo commesso ti viene in soccorso e ti aiuta a riportarla alla sua posizione originaria. Ma tu sei lì, colma fino alla punta dei capelli arruffati, che vorresti solo gridare, alla povera tartaruga indifesa che lei, proprio lì doveva cadere, proprio vicino ad una donna in gravidANSIA e che proprio a te toccava tirarla su, che non poteva cadere magari vicina a qualcun altro, no, proprio vicino a te…ma alla fina, per educazione te ne vai consapevole che la tua ansia sta già raggiungendo livelli critici e che ora, si, le contrazioni ci sono perché, per quanto fosse un fuscello, l’hai comunque tirata su, ti sei piegata, sforzata, hai fatto male al piccolo…paghi la spesa, apri una bustina di magnesio e la butti giù insieme al pensiero che forse non è successo niente di preoccupante (che già sai che smonterai, nel cuore della notte, pezzo pezzo per costruire tutta una teoria sui possibili danni creati al piccolino da quella giornata).
Non vado avanti, ma di tipi perennemente nel paese delle meraviglie ce ne sono tantissimi. Io tengo duro, fatelo anche voi e, soprattutto, per quanto si drammatizzi e si sdrammatizzi, facciamoci sempre una bella risata e godiamoci la nostra gravidANSIA (stato da usare con moderazione).